Filling the Void #2 (in italiano)
Di nuvole e ghiacciai, di come funziona la Napoletana, e dei nostri pensieri sulla superficie del mare
Ciao!
Sono Sabrina Melchionna e questo è il secondo numero della mia newsletter Filling the Void. Benvenuta/o!
Oggi parliamo di nuvole e ghiacciai, di nuovo di strade nella foresta, di una caffettiera prima della Moka, e di come incominciare a fare spazio fra i nostri pensieri.
Pronti? Cominciamo!
🗺️ A map from the news: il ghiacciaio del Quelccaya
Quando ho cominciato la mia carriera da freelancer, davo piccoli workshop sull’uso dei dati satellitari ottici. La domanda più frequente che ricevevo era come potessi distinguere dallo spazio i fiori di rapa dai girasoli 😏. Beh, sono i ferri del mestiere: oltre al colore (non di solo giallo si tratta) si considerano anche il contesto (la struttura del campo coltivato) e la fenologia (lo sviluppo delle piante durante l’anno). Oggi soffermiamoci sul colore. Vi propongo un piccolo quiz: cosa riuscite a distinguere nelle immagini satellitari ottiche (Sentinel-2) qui sotto?
Nuvole, montagne, foreste, laghi, e, come citato nel titolo, ghiacciai. Ma cosa è cosa? Come potete essere certi che quella nuvola non sia invece neve o ghiaccio o viceversa? Qui ci viene in aiuto la conoscenza di come nubi ghiaccio e neve riflettono le radiazioni solari: tutte riflettono le radiazioni della luce visibile, quindi appaiano bianche. Se consideriamo invece gli infrarossi, una radiazione vicina al rosso, invisibile all’occhio umano ma percepibile come calore, le nubi la riflettono, mentre ghiaccio, neve, e acqua la assorbono. Sentinel-2 possiede un sensore adatto a misurare questa radiazione, cosicché possiamo creare visualizzazioni utilizzando questa speciale banda, dove in bianco sono rappresentate le nubi, e in azzurro neve e ghiaccio.
La firma spettrale di un elemento: è il diverso comportamento in riflessione della radiazione solare (visibile e invisibile) degli elementi sulla superficie terrestre, che siano neve, rocce, vegetazione, aree urbane o agricole, che ci permette di distinguere fra oggetti che hanno lo stesso colore, come i fiori di rapa dai girasoli.
Questo post è stato ispirato da un articolo su Internazionale di Amanda Chaparro, apparso su Le Monde il 28 Marzo di quest’anno, che racconta le conseguenze sulla popolazione locale dello scioglimento del ghiacciaio del Quelccaya in Perù. Confrontando due immagini acquisite a otto anni di distanza, a me sembra che lo stiamo scavando con un cucchiaino gigante….😔:
Per approfondire vi suggerisco questo articolo: El Niño enhances snow-line rise and ice loss on the Quelccaya Ice Cap, Peru.
Per fare le immagini di questo post ho usato le piattaforme di Copernicus e Datawrapper.
Sentinel-2 è una costellazione di satelliti ottici di Copernicus, il programma europeo di osservazione della Terra.
🗺️ A map from the news 2: una tangenziale nella foresta amazzonica
Nello scorso numero vi ho mostrato delle immagini radar, e alcuni di voi mi hanno fatto notare come il video non fosse proprio entusiasmante. In effetti le immagini radar sono difficili da interpretare da occhi non esperti. Così ho deciso di postare qui le due immagini Sentinel-1 con cui lo ho realizzato, per rendere più semplice confrontare il prima col dopo.




👩🏻🏫Ask the phycisit: come funziona la Napoletana
Nello scorso numero vi ho raccontato come funziona la Moka, e che l’acqua nella Moka non bolle. Io credo che l’idea che l’acqua debba bollire sia una eredità del funzionamento dell’antenata della Moka: la caffettiera napoletana
. Le parti che la compongono sono simili a quelle della Moka: una caldaia, un filtro, e una camera di raccolta per il caffè. Il filtro però non è ad imbuto, ma è un tubo aperto a un’estremità (B), e chiuso ma bucherellato all’altra, che si riempie di caffè in polvere a grani grossi nella parte superiore, e si chiude con un coperchio anch’esso bucherellato (A). Si posiziona nella caldaia (C), riempita con acqua. La camera di raccolta si avvita alla caldaia.
Oh, che cosa buffa! il beccuccio per versare il caffè è al contrario!
La macchinetta si mette sul fuoco e quando l’acqua bolle, si toglie dal fuoco e si capovolge: l’acqua bollente percola per gravità attraverso la polvere di caffè giù nella camera di raccolta, e adesso il beccuccio è dritto!
Servite, e buona pausa.

📔Tales about journaling: si comincia facendo spazio
Nello scorso numero ho introdotto il concetto di mental load, l’affaticamento mentale dovuto al dover gestire carriera e famiglia, al dover continuamente tenere a mente cosa c’è da fare, quando farlo, e chi se ne debba occupare.
Se consideriamo la nostra mente come un piccolo mare, ogni pensiero è un oggetto che galleggia sulla superficie, pronto per essere afferrato. Quando ci carichiamo di impegni e responsabilità piccole e grandi, stiamo ammassando moltissimi oggetti sulla superficie del mare, così tanti da essere indistinguibili e inafferrabili. Ci credo che poi ci sentiamo stanche…
Un primo passo per raggiungere un flusso più naturale dei pensieri è il decluttering. Ecco come si fa:
Prendete il vostro quaderno/agenda e la vostra penna preferiti. Se possibile, cominciate un quaderno nuovo, stiamo per cominciare un percorso, e non bisogna sottovalutare l’energia sprigionata dagli inizi simbolici, che siano i propositi di capodanno, l’inizio della settimana (my gulty pleasure: io adoro i Lunedì), il primo giorno di scuola, l’avvio di un nuovo progetto.
Prendetevi una ventina di minuti.
Aprite il vostro quaderno alle prime due pagine affiancate libere. E cominciate ad annotare le cose su cui state lavorando, quelle su cui dovreste lavorare, quelle su cui vorreste lavorare. Annotate la vostra to do list, le cose da comprare - necessarie e non, i lavori di casa in sospeso, le telefonate da fare. Non organizzate le parole in colonne o gruppi, annotate tutto a caso. Annotate tutto quello che vi passa per la testa: acchiappate quei pensieri che galleggiano e metteteli su carta. I pensieri non scapperanno via, sono ancora lì, sul foglio, in attesa. Ma intanto abbiamo liberato spazio sulla superficie del mare, e altri pensieri possono emergere. Lo vedrete col passare dei giorni, vi verranno in mente cose scordate tempo fa e anche nuove idee. Nei prossimi giorni portate il quaderno sempre con voi, appena un pensiero emerge sulla superficie, acchiappatelo e scrivetelo su quella doppia pagina.
Poi la volta prossima cominciamo a lavorarci su.